
L’atto costitutivo, per la precisione, è datato 21 gennaio 1947, costituito all’indomani della seconda guerra mondiale, in un Paese privo di politiche industriali in grado di dare una spinta al miracolo economico che era alle porte…«mettendo in campo le conoscenze tecnico-intellettuali delle quali allora disponevamo, e che il Paese richiedeva per superare le difficoltà della ricostruzione e guidare la trasformazione industriale» come ha sostenuto l’undicesimo Presidente del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati.
Nel 2007 il Collegio dei Periti Industriali di Varese compie sessant’anni e guarda con orgoglio al ruolo svolto fino ad oggi con piena fiducia verso il futuro come si evince dalle parole dell’Assessore Provinciale al Patrimonio, al Bilancio ed Affari generali Fausto Emilio Brunella orgoglioso di essere a sua volta Perito Industriale, e che ha sottolineato come la Provincia abbia sempre sostenuto il difficile compito di sostegno alle attività produttive.
Ogni giorno in Italia oltre un milione e mezzo di persone progetta, controlla e adegua sistemi tecnici, apparati, impianti, garantendone il funzionamento e la sicurezza. Professionisti che lavorano nel l e imprese o nella libera professione, con una gamma di competenze che si estende dall’elettrotecnica all’edilizia, dalla chimica alla meccanica fino all’informatica e all’elettronica.
Professionisti che sanno leggere dentro i sistemi tecnici e che detengono quindi una chiave di interpretazione del l a società, dei suoi cambiamenti e della sua evoluzione. I periti industriali.
Il primo riconoscimento giuridico della professione del perito industriale risale al 1929, con l’indicazione dei requisiti morali e scolastici per ottenere l’iscrizione all’albo.
I consigli dei Collegi eleggono i componenti del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, che dà voce e rappresentanza alle istanze della professione in tutte le sue articolazioni, salvaguardandone l’identità e l’autonomia professionale. La storia della Categoria dei Periti Industriali segue di pari passo lo sviluppo economico italiano.
Infatti, le trasformazioni del mondo industriale e l’aumento notevole di figure professionali ha fatto sì che i vecchi “quadri” fuoriuscissero dalle fabbriche e scoprissero che il proprio bagaglio culturale poteva essere speso nel mondo della libera professione.
